WhatsApp è senza dubbio l’app di messaggistica più utilizzata al mondo. Dopo la sua nascita infatti, ha seguito il naturale evolversi delle abitudini degli utenti, riuscendo a diventare il metodo più pratico per messaggiare o inviare contenuti multimediali ad amici e parenti. Una domanda però assale spesso gli utenti come te: come guadagna WhatsApp?
L’applicazione è infatti scaricabile gratuitamente dai rispettivi store e non presenta costi di abbonamento per gli utenti. In poche parole, con il solo aiuto di un piano dati, è possibile inviare messaggi e altri contenuti in maniera illimitata in tutto il mondo. Se anche tu quindi ti stai chiedendo come fa WhatsApp a generare profitti, in questo articolo troverai la risposta che stai cercando.
Come guadagna WhatsApp
Sapere come WhatsApp fa soldi è un argomento molto dibattuto, sia dagli esperti del settore che da altri utenti come te. L’applicazione di messaggistica istantanea infatti è gratuita, non include pubblicità e (almeno in teoria) non vende i tuoi dati. Com’è possibile quindi che un’infrastruttura di tale portata possa continuare ad esistere?
La risposta forse è più semplice di ciò che credi. Per conoscerla però dovrai attendere ancora qualche minuto. Fra poco infatti ti parlerò brevemente della storia di WhatsApp, argomento davvero interessante. Nei paragrafi successivi poi, ti svelerò finalmente da dove provengono i profitti di WhatsApp e quale sarà l’evoluzione nel prossimo futuro del servizio.
Indice
- Come è nato WhatsApp
- L’acquisizione da parte di Facebook
- Come funziona WhatsApp
- Come fa WhatsApp a fare soldi
- WhatsApp e la privacy
- Come funziona la pubblicità su WhatsApp
Come è nato WhatsApp
Prima di scoprire come guadagna WhatsApp, è doveroso ripercorrere le sue origini. WhatsApp ha lanciato i suoi primi vagiti nel “lontano” 2009, quando l’omonima società fu fondata da Brian Acton e Jan Koum, due ex impiegati di Yahoo. L’idea venne ai fondatori dopo l’acquisto di un iPhone, che li ha fatti rendere conto dell’enorme potenziale che le applicazioni avrebbero sprigionato nell’immediato futuro. L’inizio non fu comunque dei migliori: diversi tentativi andarono a vuoto e l’applicazione continuava a crashare, portando Brian e Jan a meditare l’abbandono del progetto.
A dare nuove speranze ai giovani imprenditori fu Apple stessa che, nel giugno 2009, introdusse su iOS le notifiche push, funzionalità che fu subito integrata in WhatsApp con la versione 2.0. Il lancio ufficiale su App Store è datato novembre 2009 e da quel momento in avanti il successo è stato davvero inarrestabile.
Da qui in avanti, i numeri macinati sono stati davvero impressionanti: nel dicembre 2009 è stata aggiunta a WhatsApp la possibilità di inviare foto, funzione tutt’ora molto utilizzata dagli utenti. Nei primi mesi del 2011, dopo solo due anni di attività, WhatsApp è diventata una delle 20 applicazioni più scaricate da App Store. Mentre in aprile, Sequoia Capital ha acquistato il 15% della società per la cifra di 8 milioni di Dollari.
Alla fine del 2013, questo servizio nato in sordina contava la cifra record di 400 milioni di utenti attivi e più di 50 dipendenti. E fino al 2016, anno in cui il servizio di messaggistica è diventato gratuito, non c’era bisogno di chiedersi come guadagna WhatsApp, dato che l’app era a pagamento. Vediamo allora come hanno risolto la faccenda.
L’acquisizione da parte di Facebook
Nel 2014, Facebook, già azienda di primo piano, inizia a interessarsi all’acquisto di WhatsApp. I numeri che verranno poi confermati nel febbraio dello stesso anno, parlano di una cifra record di 19 miliardi di dollari, pagati sia in denaro che in partecipazioni societarie.
Nonostante le molte critiche ricevute da Mark Zuckerberg, la crescita di WhatsApp è proseguita nel migliore dei modi, portando poi al prodotto attuale che sicuramente stai utilizzando sul tuo smartphone Android o iPhone. I numeri parlano chiaro: oggi più di 1.5 miliardi di utenti sono attivi ogni mese su WhatsApp, confermando il trend nettamente positivo, intaccato solo in parte dai rivali, primo fra tutti Telegram.
Tuttavia, da quando l’app è diventata gratuita, c’è sempre stato un problema da risolvere: come rendere WhatsApp profittevole senza far pagare l’utilizzatore finale. Continua a leggere per capire come funziona l’applicazione e in che modo riesce generare ricavi.
Come funziona WhatsApp
Il funzionamento di WhatsApp è davvero semplice. Per utilizzare questo servizio di messaggistica infatti, sono necessari soltanto:
- Uno smartphone Android o iOS
- Una SIM attiva registrata a tuo nome
- Un piano dati mobile 3G/4G/4.5G o una connessione WiFi
Una volta uniti questi tre elementi, utilizzare WhatsApp è davvero un gioco da ragazzi. Basta scaricare l’applicazione per Android o iOS, registrare il proprio numero di telefono e attendere il messaggio SMS di conferma con il codice da inserire. Una volta all’interno dell’applicazione, se concedi i permessi di lettura per i contatti, tutti i tuoi amici che utilizzano già WhatsApp verranno aggiunti nell’applicazione.
Le funzionalità di WhatsApp sono invece più articolate e negli anni hanno subito aggiunte e trasformazioni, non sempre viste di buon occhio dal grande pubblico. Lo scopo principale di WhatsApp è quello di inviare e ricevere messaggi di testo o contenuti multimediali. Questo avviene tramite internet e una serie di server in giro per il mondo. Una volta uscito dal tuo smartphone infatti, il messaggio che hai inviato viene indirizzato verso il giusto destinatario passando per un server. Questo è il motivo dei malfunzionamenti che ogni tanto colpiscono il servizio, rendendo impossibile inviare o ricevere messaggi.
Per quanto riguarda le funzioni invece, le più recenti ad essere introdotte sono state le storie in stile Instagram e la possibilità di utilizzare gli stickers, come avviene già da tempo su Telegram.
Per il resto invece, la filosofia di WhatsApp è ancora abbastanza fedele alla versione originale, con l’obiettivo di mettere in contatto persone in tutto il mondo senza dover spendere nulla. Ecco perché molte persone si chiedono come guadagna WhatsApp. Sfatiamo allora questo mito nel prossimo punto della guida.
Come fa WhatsApp a fare soldi
WhatsApp è forse l’applicazione gratuita più usata al mondo. In realtà non è sempre stato così. Fino al 2013 infatti, gli utenti iOS, per scaricare WhatsApp dallo store, dovevano pagare una tantum la cifra di 1,00€. Successivamente, il pagamento al momento del download è stato eliminato, introducendo una formula che prevedeva una sorta di abbonamento annuo: il prezzo era di 1,00€ per iPhone e di 0,89€ per i possessori di un dispositivo Android.
Dal 2016, con immensa gioia di tutti gli utenti, l’applicazione è diventata completamente gratuita, senza nessun costo né prima del download né durante il periodo di utilizzo. Ecco perché adesso non devi più credere a chi ti dice di “rinnovare WhatsApp scaduto”.
Come guadagna WhatsApp allora? Il suo valore infatti è notevolmente cresciuto e ora è nettamente superiore anche ai 19 miliardi di Dollari pagati da Facebook per l’acquisizione.
Anche il modello delle pubblicità, usato da tantissime applicazioni gratuite, che includono annunci durante l’utilizzo, è ancora rimasto estraneo al servizio. La prima regola che devi ricordare però è che, almeno in questi casi, nulla è gratuito. I guadagni di WhatsApp sono infatti stimati attorno ai 5 miliardi di dollari all’anno, con un ricavo medio per utente di circa 20 Dollari. Da dove provengono quindi questi soldi? In realtà non ci sono risposte ufficiali su questo tema ma, almeno negli ultimi tempi, alcune ipotesi non proprio positive hanno iniziato ad affacciarsi nel panorama giornalistico.
WhatsApp e la privacy
Se ben ricordi, il caso Cambridge Analytica ha scosso dalle fondamenta la reputazione di Facebook e di Mark Zuckerberg. La società è stata accusata di vendere le informazioni degli utenti senza il loro consenso o con metodi poco chiari. Facebook è infatti una miniera infinita d’informazioni personali e comportamentali, dai locali preferiti alla squadra del cuore, passando per il modello di smartphone posseduto, l’indirizzo e altri dati sensibili.
Nonostante in questo periodo la controversia stia passando in sordina rispetto al botto iniziale, la paura degli utenti e degli analisti del settore è che lo stesso metodo sia applicato a WhatsApp. All’interno dell’applicazione e nei relativi backup su cloud, infatti, sono contenuti dati di tutti i tipi, che riguardano miliardi di utenti come te. Nonostante la società abbia smentito queste voci, in sottofondo i sospetti sono rimasti vivi. Sarebbe infatti davvero redditizio per WhatsApp poter vendere a società terze le informazioni degli utenti, vere e proprie miniere d’oro quando si parla di marketing, soprattutto digitale.
Va altresì precisato che, al momento, non ci sono prove che suffragano questa tesi. Questo significa che le voci rimangono soltanto voci e non possono essere certamente utilizzate come metro di giudizio sull’operato di WhatsApp.
Come funziona la pubblicità su WhatsApp
Come ho precisato prima, per adesso, WhatsApp non utilizza nessun metodo pubblicitario all’interno della sua applicazione. Questo non significa però che tale ipotesi non sia mai stata presa in considerazione. Da qualche anno a questa parte infatti, alcuni rumors parlano dell’introduzione di un sistema di annunci pubblicitari all’interno del servizio, rendendolo di fatto freemium.
In poche parole, l’applicazione continuerebbe a essere gratuita per tutti, ma inizierebbe a generare ricavi introducendo pubblicità sotto forma di banner o di brevi video. La prima tappa di questo percorso, dovrebbe iniziare già nel 2019 quando, all’interno degli stati WhatsApp, dovrebbero essere introdotte delle pubblicità sponsorizzate.
Questo primo step dovrebbe essere poco invasivo, in quanto il formato sarà del tutto identico a quello delle WhatsApp stories. Non è chiaro però se questo metodo verrà ampliato anche al resto dell’applicazione, o se resterà l’unico intervento ad essere effettuato. Ciò che è chiaro invece è che, allo stato attuale dei fatti, come guadagna WhatsApp è ancora un mistero.