La possibilità di utilizzare Internet per acquistare beni e servizi, gestire i propri conti correnti o anche solo ordinare una pizza, ci ha reso la vita notevolmente più semplice, semplificando attività che, fino a qualche anno fa, imponevano un grande dispendio di energia e di denaro. Assieme ai traffici, però, si è spostato anche il crimine: esattamente come la vita reale, quella virtuale può essere turbata da comportamenti malvagi, frodi e aggressioni di vario genere. Reagire a questa realtà è importante, e per questo, potrebbe esser necessario denunciare online, in modo da tutelare, all’occorrenza, i propri interessi.
In questa guida, ti spiegherò quindi come potrai segnalare o denunziare (e possibilmente risolvere) le situazioni di allarme che si possono creare su Internet, dalle frodi al cyberbullismo. Ti spiegherò anche, per sommi capi, come funziona il nostro sistema penale per quanto riguarda il crimine online, senza alcuna pretesa di completezza. Ti ricordo che i miei consigli hanno solo finalità informative e non integrano né sostituiscono pareri legali, né io posso garantirne l’accuratezza o l’adeguatezza rispetto alla tua specifica situazione: rivolgiti sempre ad un legale di tua fiducia per ogni dubbio, e segui esattamente le istruzioni delle forze dell’ordine per quanto riguarda la denuncia di comportamenti illeciti.
Indice
- Spiegazione dei termini reato, denuncia e querela
- Come sapere se un’azione è reato
- Denunciare o segnalare?
- Come fare una segnalazione alla Polizia Postale
- Come difendersi online in base a una circostanza
Spiegazione dei termini reato, denuncia e querela
Prima di cominciare, devo presentarti alcune importanti distinzioni giuridiche, che nel parlare comune sono poco chiare, complice certo un giornalismo che confonde i termini per creare allarmismo.
Infatti, benché le persone comunemente chiamino “denuncia” qualunque ricorso alle autorità (o addirittura ai gestori dei siti Internet), la realtà è ben diversa, e non va presa alla leggera.
In primis, dobbiamo distinguere le condotte (cioè le azioni) penalmente rilevanti, chiamate «reati», da quelle che non lo sono. Ti faccio qualche esempio: spillare con precisa volontà del denaro ad una persona, usando l’inganno, è una condotta (azione) penalmente rilevante, chiamata «truffa», come ad es. se qualcuno vendesse un comune cellulare spacciandolo per un iPhone; al contrario, il verdumaio che vanta i propri prodotti dicendo di avere i pomodori “più buoni del mondo” non commette alcunché di illecito, anche se non esiste alcuna prova – ovviamente – che quelli venduti siano effettivamente i pomodori migliori del mondo, e potrebbero essere benissimo dei pomodori immangiabili (giuridicamente, in questo caso, si parla di «dolo buono»).
Bada bene, a tal proposito, che il sistema penale serve ad identificare e punire – con reclusione o pena pecuniaria – chi commette reati con dolo o colpa (a seconda dei casi), non a risarcire le vittime degli stessi: il risarcimento, infatti, è presente solo se richiesto da chi è stato danneggiato dal reato, e può essere liquidato o durante il processo penale (se la vittima si è costituita come «parte civile»), o a parte in un altro processo. Se dovessi mai far fronte a una situazione simile, ovviamente, troveresti ogni corretta informazione nella persona dell’avvocato, che difenderà i tuoi interessi.
Poiché tutti i reati, in maniera più o meno evidente, vanno ad attentare alla pace sociale (pensa al furto, alla rapina, ma anche allo scambio di persona), l’interesse a punire la persona che li ha commessi (chiamata «reo») è di tutta collettività, rappresentata da un magistrato specifico che prende il nome di Pubblico Ministero, il quale indaga sui fatti e, se ci sono gli estremi, li presenta ad un altro magistrato con funzione di Giudice, il quale ascolterà la difesa dell’imputato durante un processo e, alla fine, emetterà un verdetto, applicando la pena prevista dalla legge o assolvendo l’imputato.
Alcuni reati sono più gravi di altri, perché creano un grande allarme sociale, come l’omicidio o ipotesi più particolari (ma piuttosto pericolose), come l’associazione di delinquenti che attraversa in armi le campagne o le pubbliche vie (art. 416 cp); in questi casi, lo Stato deve intervenire subito, e quindi il Pubblico Ministero indaga «d’ufficio», cioè autonomamente, una volta ricevuta una segnalazione che sembri ragionevole, chiamata tecnicamente «notitiæ criminis» o notizia di reato. Questa segnalazione può avere qualunque forma (notizia letta su un giornale, voce appresa in strada, etc.), ma tipicamente deriva da una denuncia di Polizia fatta da un privato cittadino. È questa appunto la «denuncia» fatta ai Carabinieri, alla Polizia o alla Guardia di finanza e, dal punto di vista formale, è la stessa che fai quando smarrisci un documento.
Nella stragrande maggioranza dei casi, non sei obbligato a denunciare un reato, ma alcune volte devi farlo immediatamente, ed è un reato l’omessa denuncia: ti consiglio, a tal proposito, di leggere questa guida sul sito della Polizia di Stato.
In ultimo, esistono reati che, riguardando specificamente la persona che ne è vittima, richiedono che sia quest’ultima, personalmente, ad allertare il magistrato: in questo caso, il Pubblico Ministero agisce «a querela» (cioè a richiesta) della persona offesa.
Solitamente, ciò significa che la persona si reca da sola o col suo avvocato presso la Procura della Repubblica per essere ricevuta dal Pubblico Ministero, cui esporrà i fatti e chiederà intervento. Alcuni reati, in particolare la truffa (art. 640 c. p.), sono perseguibili sia a querela che, in alcune circostanze più gravi, d’ufficio.
Come sapere se un’azione è reato
Ti starai chiedendo adesso come si possa capire se un’azione sia o meno delittuosa: la risposta è che non esiste una regola generale, perché costituiscono reato solo quelle azioni che sono previste dalla legge come reati.
Attenzione: parliamo di leggi riferite al luogo esatto in cui vengono compiute le azioni. Se ad es. acquisto della merce direttamente dalla Cina e scopro che è contraffatta, il reato (se è previsto dalle leggi cinesi) è stato commesso all’estero, e non in Italia, e peraltro è stato commesso da uno straniero, quindi il giudice italiano non ha il potere di intervenire (si dice tecnicamente che difetta di giurisdizione). Esistono alcune importanti deroghe a questo principio, riguardanti casi estremi (come la contraffazione del sigillo dello Stato, la cospirazione, etc.), ma sono appunto situazioni particolari.
Diverso invece è il caso in cui un cittadino italiano commetta un reato all’estero: in tal caso, anche se con alcune importanti deroghe, il soggetto sarà comunque giudicato in base alle leggi italiane.
Denunciare o segnalare?
Fin qui, ti ho parlato genericamente di come funzioni il nostro sistema penale, e senza dubbio, se subisci una truffa online (ad es. perché hai ordinato un cellulare ed hai ricevuto una pietra, tipico esempio di frode in commercio), dovrai attivarti in uno dei modi che ti ho elencato sopra, e quindi dovrai rivolgerti alla Procura della Repubblica con o senza l’assistenza del tuo avvocato di fiducia.
Tuttavia, nel mondo di Internet, la crescente automazione ha modificato in maniera notevole questi equilibri, soprattutto quando ci sono di mezzo operatori economici esteri, spingendo verso la realizzazione di soluzioni alternative: poiché infatti sarebbe per te impossibile recarti in Cina per contestare una truffa da parte di un negozio online, capisci bene che senza una valida alternativa saremmo tutti disincentivati a compre su Internet, ed il mondo dell’e-commerce collasserebbe in men che non si dica. Per questa ragione, quindi, spesso e volentieri si sono trovate delle tutele alternative, fondate, di solito, su contratti assicurativi che tutelano l’acquirente in caso di truffe, o soluzioni analoghe legate agli intermediari di pagamento (pensa alle garanzie offerte da PayPal). In altri casi ancora, quando si adopera una piattaforma di e-commerce, potrebbe essere la stessa piattaforma a farsi carico di una garanzia sull’affidabilità dei venditori.
In queste ipotesi, dunque, la persona vittima di frode viene tutelata indirettamente, attraverso uno strumento civilistico e non penalistico: riceve, cioè, un risarcimento per il danno subito, in séguito ad una idonea segnalazione. Ciò significa, quindi, che anche ipotesi che potrebbero essere delittuose nei fatti non vengono denunciate, semplicemente perché la vittima ottiene un ristoro economico.
Una situazione assai simile si verifica sui social network, nel caso di atteggiamenti ingiuriosi o diffamatori: è possibile senz’altro denunciare la persona che li abbia posti in essere, ma spesso i fatti sono talmente poco rilevanti (anche se fastidiosi) da meritare, in alternativa, la semplice segnalazione alla rete sociale, che provvederà, eventualmente, a bloccare l’account del disturbatore.
Come avrai intuito, quindi, non esiste nessuna soluzione veramente alternativa alla denuncia o alla querela, per quanto riguarda il diritto penale, ma possono esistere strade diverse laddove il danno subito non sia tanto rilevante da spingerti a ricorrere alla forza pubblica.
Completamente diverse, quindi, sono le ipotesi in cui il comportamento tenuto online da qualcuno che integri reati contro la persona o contro lo Stato: cyberbullismo, istigazione a disobbedire alle leggi, terrorismo, diffusione di materiale proibito, minacce, etc. Se ti imbatti in una situazione del genere, devi necessariamente rivolgerti alle forze dell’ordine, con o senza il supporto di un tuo legale di fiducia.
Come fare una segnalazione alla Polizia Postale
Come ti ho accennato sopra, il Pubblico Ministero può apprendere le notitiæ criminis (notizie di reato) in molti modi, anche informali. Data la complessità di Internet, la Polizia Postale oggi ti consente di denunciare online, genericamente parlando, o meglio di “segnalare” comportamenti sospetti e potenzialmente illeciti avvenuti online, tramite la sezione Segnalazioni del Commissariato di P.S. online, accessibile da browser usando PC, tablet o smartphone (il sistema operativo del dispositivo utilizzato, quale Windows, Ubuntu, macOS, iOS o Android, è indifferente).
Una volta che ti sarai collegato al portale, visualizzerai un form molto semplice, che richiede l’inserimento dei dati di contatto e domicilio (di cui l’Email è l’informazione obbligatoria) e quelli correlati appunto alla segnalazione che desideri effettuare. Nella fattispecie, ti sarà chiesto di scegliere un Argomento (tra Defacement, Pedofilia, Phishing e Social Network), nonché di segnalare l’indirizzo URL della pagina web in cui hai riscontrato il fatto (ovvero il link, conosciuto anche come collegamento). Da ultimo, ti sarà concesso di inserire la data dell’evento (ovvero il momento in cui hai notato questo presumibile reato) e di lasciare un commento a testo libero nelle note a piè di pagina, che potrebbe essere utile per raccontare l’accaduto nel dettaglio.
Una volta compilato il form, basta risolvere il sistema di verifica umana e selezionare il pulsante Invia la segnalazione (in basso a destra). Se non ci sono errori, la segnalazione viene inviata alla Polizia Postale, che la analizzerà e, se necessario, agirà di conseguenza, contattandoti opportunamente.
Questo atto, evidentemente, non ha la stessa funzione di una denuncia, che concerne situazioni delittuose (cioè reati) di cui hai diretta conoscenza. Per sporgere denuncia, dovrai recarti personalmente presso le forze dell’ordine, anche se oggi è possibile “anticipare” parte della denuncia online, per semplificare il lavoro agli appuntati addetti alla ricezione di questi atti. Gli ufficiali (Carabinieri o Polizia) ti identificheranno, e riceveranno la tua denuncia per iscritto (se già l’hai compilata tu su un apposito modulo) o redigeranno un verbale di quanto esporrai a voce.
Come difendersi online in base a una circostanza
Vediamo ora alcune circostanze pratiche che possono verificarsi nel mondo di Internet. Ti preciso che ogni situazione specifica fa storia a sé: per ogni dubbio, incertezza o semplice consulenza dovrai necessariamente richiedere un’esatta consulenza legale.
Contro negozi o venditori online
Se hai acquistato online da un privato cittadino (ad es. attraverso un sito di annunci) e sei stato frodato, tipicamente puoi solo rivolgerti alla forza pubblica, nei modi che ti ho indicato sopra. Ciò si verifica perché gli annunci messi online da privati sono identici, dal punto di vista formale, a quelli che si mettono sui giornali o nelle bacheche, e di conseguenza, raramente le piattaforme di e-commerce offrono tutele apposite.
Nel caso invece di imprese di vendita online (negozi veri e propri) le ipotesi vanno vagliate con più cautela: in primo luogo non essere prevenuto, e considera che – in quanto consumatore – hai comunque il diritto di restituire la merce difettosa, i cui vizi possono non dipendere da un atteggiamento malevolo da parte del venditore; contattalo quindi in maniera garbata, e sicuramente sarai ascoltato.
Altro discorso è se il venditore ha veramente ordito una truffa, o se si rifiuta di collaborare: se opera attraverso eBay o Amazon, puoi sempre rivolgerti ai relativi servizi di tutela contro i comportamenti scorretti, per vedere se il tuo caso rientri tra questi (non sempre la cosa è intuitiva come potrebbe sembrare). In caso contrario, ed a prescindere dalla segnalazione al network, puoi comunque intervenire con uno degli strumenti che ti ho elencato sopra, querelando chi ti ha frodato.
Per illeciti commessi sui social network o nelle chat
Sui social network come Facebook, Instagram, Twitter, etc., ma anche sulle app di messaggistica come Messenger, Telegram o WhatsApp, è possibile commettere moltissimi reati, dalla diffamazione alle minacce, fino allo stalking.
In questi casi, la segnalazione al social network, ad esempio la segnalazione di un account Instagram, o il blocco, sono azioni che hanno lo scopo di placare le molestie di quella persona nei tuoi confronti messe in atto su tale piattaforma, ma ovviamente non basta: se ritieni che tu o un’altra persona siate seriamente in pericolo (anche indiretto) sui social network, chiedi immediatamente aiuto, e ricorri alla forza pubblica in uno dei modi che ti ho suggerito, allegando eventualmente degli screenshot di ogni singola situazione verificatasi.
Account hackerato
Se una persona si spaccia per te sui social network, ad es. perché hai subito l’hacking dell’account o hai lasciato attiva la sessione sul PC, commette reato; ovviamente, puoi sporgere subito una segnalazione sul social network in cui si è verificato il fattaccio, come ti ho spiegato, a titolo rappresentativo, nella guida per capire se ti hanno hackerato su Instagram.
Per il resto, rivolgiti con fiducia alla Polizia Postale, magari con l’assistenza di un avvocato, se lo ritieni opportuno.
A seguito di un ricatto
Purtroppo, è molto comune il ricatto online, accompagnato talvolta anche dalla vile minaccia di diffondere pubblicamente le immagini private della vittima, fenomeno che è denominato «revenge porn».
Non vergognarti, in questi casi, di recarti immediatamente dalle forze dell’ordine, che recupereranno subito l’autore della tentata estorsione.
Per hating e cyberbullismo
Ti ho già parlato della piaga dell’hating, che in alcuni casi può sfociare in comportamenti penalmente rilevanti e molto gravi, come il c. d. cyberbullismo.
Nel verificarsi di questi fenomeni sociali, è sempre possibile la segnalazione al social network, ma un hating pesante, o addirittura un comportamento da bullo che finisca col cambiare le tue abitudini o ti impedisca di esprimerti liberamente, può integrare un’ipotesi di reato, che merita apposita querela.